di Gaetano Consalvo
Lunedì scorso (4 luglio) nell’aula magna dell’Università degli studi di Messina si è ripetuto un rito che si svolge da oltre trenta anni: la consegna del premio di studio intitolato a Giacomo Gazzara che nel gennaio 1985, all’età di nove anni, dopo lunga malattia, ha cessato di vivere.
I nonni paterni hanno fortemente voluto istituire il premio di studio intitolato a Giacomo perché chi lo aveva conosciuto non ne disperdesse la memoria e chi non lo aveva conosciuto acquisisse memoria di quel bambino. Il Premio viene pubblicamente “celebrato” con cadenza annuale, anche nella convinzione che i vincitori ed i loro familiari ne avrebbero portato per sempre positivo ricordo.
Il tempo ha dato ragione a quella intuizione e l’iniziativa si ripete con successo e commozione.
Per regolamento il premio viene assegnato all’alunno, il più piccolo tra i migliori, che si diploma presso la scuola elementare Mazzini, dove Giacomo avrebbe sostenuto l’esame di licenza elementare.
Ogni anno un nuovo premiato si aggiunge a quelli precedenti spesso, in gran numero, pure presenti alla cerimonia.
Con la peculiarità che ogni anno si ritrovano insieme, quindi, il primo vincitore e l’ultimo rispettivamente con l’età che Giacomo aveva nel 1985 (9 anni) e con quella che ha oggi (40 anni).
I premiati hanno per lo più confermato livelli di eccellenza nel prosieguo degli studi e si sono fatti via via strada nella vita: una catena di persone comunque legate nel nome di Giacomo.
La cerimonia, volutamente sobria, si svolge, nell’Aula Magna dell’Università degli studi di Messina, secondo un rituale consolidato: il dott. Gustavo Ricevuto, già Provveditore agli studi di Messina, fa da padrone di casa, ricorda le motivazioni del Premio e raccorda i due interventi programmati, quello di un amico di famiglia che ha conosciuto Giacomo e quello della Dirigente scolastica che legge il giudizio conseguito dal premiato il quale, a seguire, porge un saluto ai presenti e partecipa le sensazioni che prova in quel momento.
L’ascolto di noti brani musicali suonati da un violinista si è intercalato con gli interventi dei presenti.
L’atmosfera è stata partecipata e coinvolgente
La consegna del premio rappresenta da sempre (quest’anno è la trentaduesima edizione, la prima ha avuto luogo il 2 luglio del 1985) anche un’occasione per ritrovarsi e confermare che ad unire, in un insieme di sentimenti personali e di amicizia, è anche il pensiero rivolto a chi, come Giacomo, pur non essendo più fisicamente presente, è sempre straordinariamente ricordato.